lunedì 29 ottobre 2007

Il nostro caro Draghi , i nostri cari politici e la nostra povera Italia tradita

Mario Draghi ha fatto la scoperta: i salari italiani sono i più bassi d'Europa.
Applausi.
«Occorre che il reddito torni a crescere in modo stabile: una ripresa della crescita del consumo è fondamentale per il benessere».
Altri applausi.
Bankitalia dispone di un titanico ufficio-studi.
Quanto costa?
Non ho voglia di fare la ricerca, ma diciamo parecchie decine di milioni di euro.
Pagati non dalle banche private proprietarie di Bankitalia, ma da noi contribuenti, come usa.
Certo è che tutti quei milioni sono spesi bene: l'ufficio-studi ha scoperto che i salari sono bassi.
Un po' in ritardo, magari.
Persino il sottoscritto aveva spiegato da diversi anni («Schiavi delle banche») che, con l'apertura globale alla Cina dove i salari sono di 70 euro mensili, si erano messi in comunicazione due vasi retributivi.
E per la legge dei vasi comunicanti, il livello dei Paesi a salari alti andava pareggiandosi con quelli cinesi, mentre s'intende quelli cinesi si alzano per raggiungere il pari livello.
Ci metteranno parecchi decenni, tuttavia: e non è bello stare nel vaso dove i salari scendono per decenni, perché là i prezzi non scendono altrettanto rapidamente.
Miseria, decadenza e degrado sociale sono la conseguenza attesa.
Il modesto sottoscritto non rivendica alcuna primogenitura: ha semplicemente copiato un articolo di William Pfaff - non un economista, ma un giornalista molto bravo e colto - che almeno un anno prima avvertiva come la globalizzazione avesse restituito tutta la sua forza spietata alla «legge ferrea dei salari» di Ricardo.
Bastava smanettare su internet, e magari comprare un libretto: meno di 15 euro.
Ecco quanto si potrebbe risparmiare a chiudere il titanico ufficio-studi.



Draghi ha scoperto che il primo problema dell'Italia, causa dei bassi salari, è la bassa produttività.
Applausi vivissimi.
Siamo un popolo di ignoranti: gente che per istruzione è da terzo mondo non può avere a lungo stipendi da primo mondo.
Per di più, l'Italia è dedita a produzioni di bassa tecnologia, che fanno anche in Cina e Romania.
Anche questo era stato detto prima che ci arrivasse il titanico ufficio-studi.
Il titanico Draghi (2 milioni di euro annui, forse più: è un segreto di Stato) non è stato chiaro sui rimedi.
Fino a pochi giorni fa, per pagare i lavoratori alla fame non c'erano soldi.
Di colpo, i soldi ci sono?
Li stamperà lui?
Impossibile: l'Italia non ha più una moneta, ha adottato una valuta straniera chiamata euro, come l'Argentina adottò il dollaro (ed è finita come si sa).
I salari sono dimezzati dai prelievi fiscali e previdenziali più esosi del pianeta: ridurli?
La Francia già detassa gli straordinari.
Ne diamo informazione al titanico ufficio-studi, magari fra qualche anno consiglierà la stessa misura, piccola e insignificante, ma in ogni caso una misura.
Draghi ha scoperto che i consumi sono fermi: applaudite, o popolo.
Come intende porvi rimedio?
Visco ci dissangua per pagare la casta.
Mastella vuole soldi per le sue clientele.
Il Comune di Milano ci tartassa con le multe, e tutti gli altri usano trucchi da grassatori come i semafori a giallo istantaneo per derubarci.
Per fotterci i soldi, ne pensano una ogni giorno.
Non ci resta molto per i consumi.
E poi, anche se il potere d'acquisto aumentasse, gli italiani comprano e vogliono solo merci estere, da importare e pagare, telefonini, Ipod, auto coreane o BMW.
Ci avrà pensato il Titanico Ufficio-Studi?



Draghi ha messo in relazione i redditi salariali «compressi» con i «profitti finanziari» altissimi in questi ultimi anni.
Applausi.
Lo dica alle banche e ai malfattori suoi padroni.
Le banche hanno fatto profitti demenziali strangolando e distruggendo piccole imprese e artigiani, a cui hanno rifilato derivati-truffa perfino senza autorizzazione Bankitalia (caso Italease) con un ricatto: altrimenti non davano i fidi.
Le banche hanno devastato la povera economia italiana, invece di aiutarla.
Profumo e Geronzi e gli altri boys dovrebbero essere in galera, come i mascalzoni della Enron.
La Gabanelli se n'è accorta, e non pare che sia una economista.
Magari se ne accorgerà un giorno il titanico ufficio-studi strapieno di economisti a 400 mila euro annui?
Soprattutto: intimerà alle banche di restituire il malloppo, onde pagare i salari giusti ai lavoratori?
No, naturalmente.
La predica di Draghi finirà come tutte le altre: in nulla di fatto.
I salari ridicoli sono, e ridicoli resteranno.
Non è per il bene dei lavoratori che Draghi ha parlato.
Gli si attribuiscono due scopi.
Uno è l'appoggio alla strategia della Confindustria, già rivelata dall'autonomo aumento concesso da Fiat ai suoi operai: 30 euro, applausi.
Tutti i media confindustriali stanno ripetendo: ecco, è così che si fa.
I sindacati si limitino ad una contrattazione nazionale «moderata», chiedendo poniamo 50 euro anziché 100: il resto lo daranno i capitalisti, azienda per azienda, se i loro profitti lo consentiranno.
Ciò che si chiamava «gabbie salariali», o «aumenti di produttività».
Bestie nere della Trimurti sindacale, che vuole da sempre paghe sovietiche, uguali per tutti.



Ora i poteri forti hanno deciso di ridimensionare il potere del sindacato più intrusivo, trufolone e ideologico dell'universo.
E non hanno torto.
A che servono i sindacati italiani?
Ad avere le paghe più basse d'Europa.
Perché non si può chiedere troppo quando c'è la sedicente «sinistra» al Governo da aiutare, perché bisogna difendere Alitalia, o essere buoni con Tronchetti Provera o Della Valle, che sono «di sinistra».
O quando al governo c'è la sedicente destra, bisogna affossarla con scioperi a catena distruttivi, portare i piazza un milione di pensionati CGIL con cestino da viaggio e treno pagato.
Questo fanno i sindacati.
Per quanto?
Duemila miliardi di vecchie lire annue, tante ne estraggono dalle buste-paga dei lavoratori meno pagati d'Europa.
Ecco un'altra bella fonte di risparmio.
Un'altra burocrazia inadempiente la cui inutilità salta all'occhio: tanto vale, per i lavoratori, farsi rappresentare direttamente da Confindustria.



L'altra strategia di Draghi gliela attribuisce Oscar Giannino: con il suo discorso sui salari (dunque «di sinistra») il governatore Goldman Sachs s'è candidato a guidare il governo di tecnici cui sta pensando Napolitano (ecco lì altri risparmi possibili).
Pur di non andare ad elezioni che farebbero vincere (ohimè) il Silvio, Napolitano pensa a «un bis del governo Ciampi» del '93-94.
E starebbe valutando attentamente a quale «tecnico» affidare il governo-golpe.
Uno dei più quotati è Giuliano Amato.
Il che dice tutto: come mai Amato può militare e far politica, e non perde mai l'etichetta di «tecnico»?
Tecnico de che?
Della squadra e del compasso?
Della nota lobby del Katz?
Insomma, Draghi si sarebbe posizionato «a sinistra» o al centro-sinistra per farsi notare da Napolitano: se ti serve un tecnico, eccomi qua.
Ma questo è l'andazzo.
I politici che bene o male eleggiamo, non vogliono governare.
Non lo sanno fare.
Non gli interessa.
Vogliono far «politica», come la fa Mastella, stare attaccati ai loro venti telefonini.
E perciò subappaltano i governo a «tecnici».
Dopotutto, anche Prodi l'hanno messo là in quanto ha una perenne, inamovibile fama di «tecnico».
La vaga idea è che i tecnici sono neutri.
Che non essendo votati, possono fare cose impopolari.
E che sono pratici, ossia capaci.
Infatti si vede.
Il tecnico Ciampi ha svenduto l'Italia agli «investitori esteri».
Forse perché con una laurea in lettere, di economia capisce poco: si eseguono solo gli ordini che vengono dalla squadra e dal compasso globale.
E il tecnico Padoa Schioppa, che ne dite?
Di fronte alla predica di Draghi sui salari bassi, ha replicato: «I giovani devono imparare anzitutto a risparmiare».
Ha capito tutto, il Padoa Schioppa.
Un grande tecnico.
Non bisogna consumare di più, anzi bisogna risparmiare.
Specie i giovani, quei bamboccioni, con il lavoretto trimestrale a 900 euro al mese a Milano (altrove, 500 se va bene).
Eppure qualche ragione ce l'ha persino il Padoa.

Per esempio, si potrebbe risparmiare sui politici, deputati, senatori.
A che servono, visto che poi consegnano il governo ai tecnici?
C'è qualcuno di loro che abbia uno straccio di proposta complessiva per un Paese in rovina e in discesa?
C'è un progetto, un programma?
Se lo è chiesto AN.
Bisogna darne atto.
Fini si è chiesto: se cade Prodi e si va al voto (non s'illuda, c'è il costoso Napolitano che veglia), vinciamo.
E andiamo al governo.
Ma a fare che?
Non è una domanda sbagliata.
Ma di sicuro sarà sbagliata la risposta, e basta vedere chi ha messo sotto Fini a studiare nel comitato di pensiero sul programma: Gasparri, Larussa, lo stato maggiore del partito nullista, ex-male assoluto.
AN infatti significa «Ancora Niente».
Uscirà fuori la solita proposta: più sicurezza pubblica, le gente teme gli immigrati e le rapine, più polizia…
Di Pietro già ci sta.
Ma per il declino economico, nell'imminenza delle recessione globale innescata dagli USA sub-prime, che fare?
Spero che a Gasparri venga qualche idea.
Sarebbe una prima volta assoluta.
Inoltre, la questione («Al governo per fare che?») non preoccupa minimamente il Cavaliere, il capintesta.
Lui sta affrontando la politica come affronta il Milan: con la campagna-acquisti.
S'è comprato i tre o quattro crucchi della Volkspartei.
Dini ce l'ha già in tasca.
Con Mastella sta trattando.
Con Di Pietro forse anche.
Nonostante le compere all'ingrosso, Berlusconi, incapace, non riesce ancora a far cadere Prodi, il «tecnico» del durare, che è nelle poltrone che contano dal 1975.
Ma presto ci riuscirà.
Agli acquistati ha promesso (fra l'altro) seggi sicuri, con il sistema elettorale Calderoli, dove i seggi li assegnano i capi-bastone, e il popolo deve votare alla cieca.
E quelli ci stanno volentieri.
Perché altrimenti, quelli, chi li vota?



Sicchè il risultato sarà questo: il governo del Polo sarà come il governo dell'Ulivo, con gli stessi personaggi.
Vale la pena votare?
L'alternativa è o Mastella a sinistra, o Mastella a destra.
Ma se non votate voi, voteranno le casalinghe.
Quelle che stanno appiccicate a Canale 5, che vanno a ballare negli show di Mediaset, agghiacciante figure di una vecchiaia malvissuta.
Sono tante.
Presso di loro, lo smalto del Cavaliere non è ancora scrostato: credono ancora a lui, che le invita a Mediaset.
Forza Italia è il Partito delle Casalinghe Rincoglionite (PCR).
Vincerà.
Il programma, veramente, c'è già.
Lo hanno dettato gli italiani, votando massicciamente - in misura mai vista - per i referendum del 1992.
Hanno votato per il maggioritario, ed hanno avuto il Mattarellum, ossia un proporzionale pensato apposta per far vivere i partitini delle clientele e del ricatto.
Hanno votato per rendere la magistratura responsabile dei suoi errori e delle sue negligenze, che rovinano la vita a migliaia di innocenti.
Hanno votato per la separazione delle carriere.
Hanno la magistratura più politicizzata, ideologica, inadempiente e intrusiva del mondo.
E procuratori che diventano divi e possono, a loro piacimento, cambiare cappello e fare i giudicanti.
Gli italiani hanno votato per ridurre i poteri dei sindacati, facendo mancare loro il prelievo automatico dalle buste-paga.
Hanno il sindacato più intrusivo dell'universo, quello che vuole e ottiene di dire la sua su tutte le decisioni del governo, la famosa «concertazione».
Ecco cosa hanno: la Trimurti continua a prelevare dalle loro tasche, e in cambio ha «lottato» per dare loro i salari più bassi possibili.
Insomma, gli italiani sono stati traditi.
La loro sovranità, la volontà popolare chiaramente espressa nei modi dovuti, è stata spregiata e vilipesa.
E i colpevoli - questi traditori della sovranità, passibili di fucilazione alla schiena - sono ancora tutti lì.
C'è perfino Mattarella.
Perfino Oscar Luigi detto golpe.



Se Berlusconi proclamasse: il mio programma è attuare i referendum, come mi è stato indicato dal popolo italiano - ebbene, nonostante tutto lo rivoterei.
Invece dirà: digitale terrestre, ponte di Messina, Expo, grandi feste e cotillons.
E' per questo, dottor Draghi, che l'Italia non va avanti, non ha speranze, è poco produttiva.
E' questo il motivo profondo: che è stata tradita, e che continuano a comandare gli alti traditori.
Un popolo non può avanzare quando è comandato da chi «non deve» comandare.
Si demoralizza, nel senso letterale: perde moralità, dunque anche l'etica del lavoro, dello studio, dello sforzo.
Senza un traguardo visibile, risparmia energie, si ripiega, consuma meno, non ha voglia di fare.
Perché sta morendo.
Di alto tradimento si può morire, titanico Draghi.

Maurizio Blondet

Nessun commento: