martedì 6 novembre 2007

Art. 36 della Costituzione Italiana

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un'esistenza libera e dignitosa
La durata massima della giornata è stabilita per legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.


Come si concilia tutto questo con il contenuto di questa lettera?


Io, prostituta per poter pagare il mutuo
Pubblicato il Monday, 29 October @ 04:39:47 EDT di admin



Mi chiamo Federica D'Arienzo, ho 33 anni e per 4, fino al 30 settembre ho lavorato nella famosissima «Atesia», l’azienda di cui - nella puntata di Ballarò dello scorso 23 ottobre - l'onorevole Diliberto ha enfatizzato la stabilizzazione dei lavoratori.
Come mai però non viene mai detto che si tratta di una finta stabilizzazione?

Come mai io dopo 4 anni di lavoro 6 giorni su 7 con turno dalle ore 20.00-02.00, sono stata costretta ad andare via proprio quando mi proponevano questo bellissimo contratto a tempo indeterminato?

Come mai l'onorevole Diliberto e i sindacati non hanno detto quale è stato il prezzo che hanno dovuto pagare i lavoratori di «Atesia»? Sia coloro che sono stati assunti che quelli che sono stati costretti ad andarsene?
Il nostro turno di lavoro era di 6 ore ed è stato ridotto a 4, i giorni lavorativi erano 6 e sono stati ridotti a 5, da 36 ore settimanali a 20 ore settimanali, da un turno fisso a delle turnazioni massacranti che ci impediscono di poter fare un altro lavoro a meno che non sia nelle vicinanze di «Atesia», da uno stipendio di 1000-1200 euro a uno stipendio di 550 euro!

Vi rendete conto? 550 euro! Come si può chiedere a una persona che è già povera con 1000 euro di guadagnarne la metà? Come si può costringere una persona che per anni ha dato la propria professionalità a firmare un «verbale di conciliazione», ossia una «liberatoria», nella quale si rinunciava agli anni di lavoro precedentemente prestato in azienda, ai contributi mai versati da «Atesia», alle ferie non godute, alla maternità non goduta, alla malattia non goduta, rinunciare a ogni eventuale richiesta da parte del lavoratore nei confronti dell'azienda?

Io sono stata costretta a non accettare il contratto a tempo indeterminato perché non posso vivere con 550 euro al mese, ne spendo 250 per recarmi tutti i giorni da dove abito (Fiumicino) fino in «Atesia» (Cinecittà) perché sono 86 km al giorno! Pago un mutuo per una casa che ho comprato quando un lavoro serio ce lo avevo, di 725 euro al mese!

Fate due conti 725+250= 975 euro! Dove li trovo gli altri 425 per il mutuo se con le turnazioni che ci hanno dato non posso fare un altro lavoro? E non ci ho messo il costo delle bollette e della spesa per poter mangiare!
Sapete che lavoro sto facendo ora?
La prostituta per poter pagare il mutuo! Ma questo i sindacati e Diliberto lo sanno? Se non lo sanno fateglielo sapere.

Federica D'Arienzo

(http://www.ilgiornale.it/a.

1 commento:

bryan74 ha detto...

mi chiamo antonio e lavoro in una società di trasporti publici e il nostro stipendio non supera i 1000 euro. visto che non è uno stipendio dignitoso in base al lavoro che facciamo e al rischio della vita di tutta la gente che trasportiamo , cosa posso fare nel rispetto della legge ?