giovedì 18 ottobre 2007

Dalla "Stampa" su Clementina Forleo

Busta con proiettili al gip
milanese che va all’attacco.
Un’altra minaccia è giunta
al pm calabrese De Magistris


Lei, come al solito, al telefono se la ride: «No, non ho paura di morire». Ma si capisce che questa volta i nervi sono a fior di pelle e il tono scherzoso serve per mascherare la rabbia più che la preoccupazione. Perché minacce Clementina Forleo sono anni che ne riceve, ma quella arrivata ieri pomeriggio sul tavolo della sua scrivania, così come su quella del pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ha un aspetto più cupo, un’aria più losca. E arriva soprattutto in un momento difficile per i suoi destinatari.

Una busta gialla spedita da Bologna con un messaggio inequivocabile: un proiettile calibro 38 e un avvertimento: «Nemici della libertà, la prossima sarà reale». Anche una firma: un’imitazione, «fatta male», di una stella cinque punte delle Brigate Rosse. Curioso che l’identico messaggio arrivi ai protagonisti delle polemiche che negli ultimi mesi, seppure per questioni diverse, hanno punteggiato il sempre difficile rapporto tra politica e magistratura. Come se l’esplosiva puntata di due settimane fa alla trasmissione "Annozero" di Michele Santoro, li avesse accumunati non solo nelle critiche ma anche nella sorte minacciosa. Casi difficili quelli della Forleo e di De Magistris: due tipi poco etichettabili, per niente controllabili (da ogni punto di vista), abbastanza amati dalla gente e dunque fastidiosi anche all’interno della stessa magistratura che su di loro si è spaccata, arrivando anche a scontri personali.

E’ per questo che ieri sera il giudice Forleo, nonostante gli attestati di solidarietà che le sono piovuti da ogni dove per le minacce ricevute, da quelli pubblici delle più alte cariche dello Stato, Massimo D’Alema compreso, alle e-mail di amici e colleghi che pure non erano stati teneri con lei, a un certo punto ha rilasciato alle agenzie una dichiarazione di quattro righe, sferzante come una scudisciata: «Respingo al mittente la solidarietà di taluni soggetti indirettamente responsabili del mio isolamento e di quel che mi sta accadendo». Panico tra le istituzioni e i politici: a chi mai si sta riferendo "terremoto" Forleo? In realtà non ai soggetti delle sue più recenti polemiche ma ai suoi stessi colleghi, scegliendo di utilizzare volutamente l’espressione «isolamento» che non può che riferirsi al proprio ambiente. Ed è ciò che un magistrato teme di più: la delegittimazione interna, ben più grave ed insidiosa dello scontro con i politici.

Il proiettile che ieri le è stato recapitato sembra dunque voler approfittare di questa situazione di debolezza oggettiva, innescandosi come una bomba nel clima non certo sereno che circonda i due magistrati. Un’operazione che ha il sapore del solito servizio «deviato» interessato ad acuire le tensioni con un giochetto già collaudato e abbastanza puerile. Se non fosse che ogni tanto con questi giochetti qualcuno ci lascia la pelle. Non ha paura Clementina Forleo ma certo non dimentica. Nemmeno le telefonate e le lettere minatorie ricevute l’anno scorso, quando era il gip dell’inchiesta Antonveneta, in un crescendo di avvertimenti che colpirono anche i suoi genitori (con telefonate notturne quotidiane), morti poi in un incidente automobilistico in Puglia nel quale il suo attuale marito si salvò per miracolo. Un mese prima di quella tragedia le arrivarono lettere in cui si annunciava proprio la morte dei suoi parenti. Circostanza che lo stesso giudice di Bari ha preso seriamente in considerazione chiedendo che il pm incaricato delle indagini acquisisse almeno i tabulati di quelle telefonate.

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