martedì 2 dicembre 2008

Cure2children

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Scritto da Stefano Montanari
lunedì 01 dicembre 2008


Sabato sera mi trovavo per il terzo anno consecutivo alla cena di beneficenza di Cure2children (cure to children = cura per i bambini) (http://www.cure2children.org/italia/), una delle mille e mille organizzazioni attorno cui uomini di buona volontà si riuniscono e si danno da fare per lenire le sofferenze che questo mondo per sua stessa natura patisce.

Come nelle altre due occasioni, anche stavolta la manifestazione è stata allegra, commovente, sobria e fattiva.

Lo scopo? Il solito: fondamentalmente raccogliere quattrini, perché per curare malattie ematologiche e tumori nei bambini dei paesi più svantaggiati occorre anche e soprattutto questo.

Qualche spunto di riflessione:

Il mio professore di fisiologia diceva che esistono malattie inguaribili ma non malattie incurabili. La differenza è profonda:

al di là dei toni trionfalistici dei soliti tromboni, la medicina di oggi non è capace di risolvere un numero enorme di affezioni. Il raffreddore, l’influenza e le verruche tra queste. Gli uomini di buona volontà, in tutta modestia, invece, riescono a prendersi cura dei malati, dei loro bisogni di tutti i giorni, della loro tristezza, perché questa non diventi disperazione, per rendere vivibili quelle vite.

Seconda riflessione: in fondo, portare cure ai bambini malati del cosiddetto terzo mondo non turba interessi particolari, e Cure2children non ha mai dovuto sopportare le porcherie che sopportiamo giornalmente noi a base di calunnie, diffamazioni ed angherie della più diversa natura, per di più portate da chi non si scomoda dalla poltrona. Dura sì, per loro, ma almeno senza sputi in faccia. Dura sì, ma senza che nessuno si sia rovinato per questo e senza che l’iniziativa sia a rischio perenne di chiusura.

Terzo punto: Cure2children interviene su bambini già malati, e nei casi che ha affrontato ha un tasso di successi altissimo, il che dà molto da pensare. Se s’intervenisse con le terapie conosciute e disponibili nei modi e nei tempi dovuti, moltissimi di quei bambini destinati ad una brutta morte se la caverebbero. Dunque, una questione principalmente di quattrini in paesi dove gran parte di questi finiscono per coprire spese belliche. Non credo che la cosa meriti una sola riga di commento.

Quarto punto: la prevenzione sanitaria si fa in tre maniere, chiamate rispettivamente primaria, secondaria e terziaria. La primaria è quella che previene la malattia, vale a dire elimina le condizioni che portano ad ammalarsi. Quella che perseguiamo noi, tanto per intenderci. Quella che funziona meglio. Quella che costa pochissimo. La secondaria è volta alla diagnosi precoce, così da mettere in atto una terapia quando questa avrà terreno più facile. Quella che rende tanti quattrini a chi auspica un mondo a mo’ di un’immensa sala d’aspetto brulicante di persone trasformate con una splendida operazione di terrorismo psicologico in potenziali malati. La terziaria è quella che altro non fa se non curare nel migliore dei modi una determinata patologia. Il paradiso delle case farmaceutiche. Cure2children lavora su quest’ultima che è, in fondo, di gran lunga la meno efficace. È ovvio, però, che per l’associazione non esiste alcuna altra possibilità se non questa, visto il terreno su cui è costretta ad intervenire. Ed è altrettanto ovvio che, se non s’interverrà con un’opera di prevenzione primaria, saremo sempre a tessere una sorta di faticosa tela di Penelope in cui un po’ si fa e un po’ si disfa senza arrivare ad altro se non a successi episodici.

Quarto punto di riflessione: ho qualificato come svantaggiati i paesi nei quali Cure2children è attiva. Ma non siamo anche noi tra questi? Chi abbia dato un’occhiata alle gesta dei governi nostrani che si succedono (l’ultima mazzata è la follia firmata Prestigiacomo di cui al post di giovedì 27 novembre) non può non essersi accorto che questi personaggi a dir poco incompetenti ci stanno trascinando in un baratro che non sarà per nulla diverso da quello in cui si dibatte quello che ancora chiamiamo altezzosamente Terzo Mondo.

Ultimo punto: questo genere di associazioni sta svolgendo un ruolo fondamentale a livello planetario. Il che, a pensarci bene, ha un risvolto negativo. Potendo contare su queste, molti stati - e il nostro, con il suo beffardo articolo 32 della Costituzione, è di diritto nel gruppo – dedicano le poche risorse disponibili ad obiettivi non certo prioritari se parliamo di bene comune. Peggio ancora quando si spulciano certi bilanci - sempre che siano attendibili, perché non è raro che alcune voci siano mimetizzate – e ci si accorge di quanto denaro vada a coprire i costi di guerre combattute per lo squallido interesse di pochi o a coprire costi che dovrebbero essere sostenuti da altri. Basti pensare, a questo proposito, ai danni inflitti all’ambiente da tante industrie che poi ben si guardano dal rifonderli, lasciandone l’onere ad una quasi sempre ignara comunità. E, poiché al peggio non c’è mai fine, basti pensare alle montagne di denaro bruciate al fuoco della corruzione. Chi si occupa di rifiuti, una voce tra le tante, sa di che cosa sto parlando.

Insomma, un po’ alla Brecht che desiderava un mondo senza eroi, io auspico un mondo in cui Cure2children sia inutile, così come vorrei lo fossimo noi.
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