lunedì 16 giugno 2008

Alla faccia del grande oncologo!!!

VERONESI: MEGLIO LA MACELLERIA DEL SANTA RITA CHE LE INTERCETTAZIONI!

Ma come fa un medico, oltretutto di questa portata, a dire certe cose?

http://www.pieroricca.org/2008/06/15/umberto-veronesi-e-le-intercettazioni/

Per chi vuole c'è anche il video.

Il senatore Umberto Veronesi è contrario per principio alle intercettazioni telefoniche giudiziarie. Meglio non scoprire gli orrori della clinica Santa Rita, per esempio, che farlo controllando le telefonate. Così mi ha detto giovedì 12 giugno alla libreria Mondadori di Milano, a margine della presentazione del libro di Anna Serafini in Fassino. Per rendere più chiaro il dialoghetto, che si è svolto in un ambiente rumoroso e in un clima concitato (avevo appena interpellato la senatrice Serafini e parte della platea era indispettita dalla mia impertinenza, mentre un agente della digos strattonava Franz che riprendeva), l’abbiamo sbobinato e lo proponiamo di seguito in forma scritta.

Veronesi: Lei (la senatrice Serafini, ndr) ne fa una questione di principio e io sono d’accordo con lei. Intercettare per principio è un errore, è come aprire la corrispondenza…

Ricca: E’ uno strumento fondamentale d’indagine per molti reati adesso, professore.

V: Ci si deve arrivare senza intercettare!

R: Se no, alla Santa Rita come li beccavano? Se non c’è il pentito, come li beccano?

V: Fa niente, fa niente!

R: Fa niente? Quindi è meglio la macelleria sanitaria piuttosto che le indagini con intercettazioni?

V: Domani ti aprono la corrispondenza…

R: Io non ho nulla da nascondere. Un politico dovrebbe essere al di sopra del sospetto!

V: Sì, ma non puoi farti aprire la corrispondenza.

R: Santa Rita come la scoprivano senza le telefonate?

V: Chi se ne frega della Santa Rita!

R: Meglio la macelleria?

V: Meglio! Meglio! Meglio!

R: Questo è grave professore!

V: No, è gravissimo, ma è meglio!
R: Questo è grave, eh! Questo è grave professore!

V: Non si finisce più!

R: Lo strumento era legittimo. Intercettare degli indagati.

V: E’ come la legge sui pentiti! I pentiti cosa facevano? La legge sui pentiti non è sui pentiti, è sui delatori! Cioè, tu vieni premiato per la tua delazione.

R: Quante persone sono finite all’ergastolo? Quanti mafiosi sono finiti all’ergastolo con quella legge lì?

V: La Mafia, lo sai che si risolve liberalizzando le droghe! E’ inutile parlare…

R: E’ solo quello?

V: Ma certo! Devi prevenire la malattia, non curarla malamente!

R: Ma è solo quello il problema della Mafia?

V: Il primo è quello lì! Eh certo! La liberalizzazione…

R: E nel frattempo che si fa?

V: Ma nessuno ne parla perché gli interessi sono tanti!

R: Nel frattempo?

V: Il sistema sanitario va corretto!

R: Ma intanto i criminali che sono nella sanità, se non ci pensa la magistratura indagandoli e arrestandoli, come si fa a risolverlo? Lasciamo che uccidano la gente?

V: Ma non puoi superare certi limiti! Questo è il mio pensiero.

R: Va bene.

V: Perché se no non te la cavi più. E’ uno Stato di polizia!

R: No, è uno Stato di impunità, questo! SI passa da un eccesso all’altro!

V: No, è di polizia! Domani ti apriranno la corrispondenza!

R: Quindi secondo lei il problema più grande è la privacy? Rispetto all’impunità del potere è la privacy?

V: E’ la libertà, la privacy!

R: E l’impunità del potere dove finisce?

V: Ma no, perché non hai più limiti! Se tu intercettassi solo quello, alla fine tutti sono intercettati…

R: Quindi lei è contrario alle intercettazioni?

V: Per principio!

R: Ah, non si può mai fare?

V: Poi ci possono essere eccezioni. Ma la regola è di non intercettare. Invece qui la regola è di intercettare tutti gli italiani. Io sono intercettato, sicuramente sotto controllo. Lei è sotto controllo… Tutti siamo sotto controllo. Cosa vuol dire? Vuol dire che abbiamo perso la libertà di comunicare.

R: Ma un conto sono le intercettazioni giudiziarie, un altro conto sono quelle della ‘banda Telecom’ e degli spioni privati.

V: Ma no, perché il dubbio c’è sempre, basta una segnalazione: “beh, mettiamo sotto controllo”. Allora tu dici una scemenza qualsiasi a una ragazza…

R: Quindi lei è favorevole alla legge Berlusconi?

V: Non so cosa ha proposto lui, io parlo di principio.

R: Di far fuori le intercettazioni tranne che per Mafia e terrorismo.

V: Di principio, di principio! E’ una questione di principio, è quello che dico… E’ difficile poi andare sul fatto pratico… Io sono molto attento allo Stato di diritto.

R: Ma lei (la senatrice Serafini, ndr) faceva anche il caso del marito. Ma è mestiere del politico prendersi le banche con gli uomini d’affari delinquenti?

V: No, il marito non mi interessa… Ma non finisci più, non finisci più… Un domani che sei intercettato tu mi telefoni e io sono sotto controllo…

R: Ma un politico dovrebbe essere specchiato! Un politico dovrebbe essere trasparente.

V: Sì, ma lo so. Ma non basta!

R: Non basta essere trasparenti?

V: Non basta per giustificare le intercettazioni! Tu devi creare la cultura per cui i politici diventino trasparenti.

R: Quindi tra un secolo ne riparliamo?

V: Certo!

R: Per intanto ci teniamo Consorte, Previti e Dell’Utri, per intanto? E la Santa Rita?

V: Senti, il Paese sta andando in direzione opposta a quella che tutti scrivono…

R: Cioè dove sta andando?

V: Il Paese è più sicuro, gli omicidi sono andati al trenta per cento rispetto a cinque anni fa, l’Italia è il Paese che ha meno omicidi nel mondo. Ma nessuno se ne accorge. Abbiamo la più bassa mortalità infantile. Abbiamo la più alta quantità di vegetazione, di verde rispetto agli altri Paesi…

R: Sì, ma io sto ponendo il problema dell’impunità dei ceti di potere in Italia.

V: Sì, ma ho capito.

R: Quello è il problema che sto ponendo io. Esiste o non esiste?

V: Io sono per la prevenzione e non per la repressione. Questo è il mio principio.

R: Ah, non vanno repressi in attesa di un mondo migliore?

V: Certo che lo devi fare, usando degli strumenti leciti! Per me l’intercettazione è illecita come principio, come principio.

R: Va bene.

V: Perché il mondo è andato avanti…

R: Anche ‘Mani Pulite’ è nata da lì, ‘Mani Pulite’.

V: No, no!

R: Mario Chiesa l’hanno intercettato, se no non lo prendevano.

V: Mario Chiesa è stato… Qualcuno che ha detto, fortunatamente, ha detto…

R: L’hanno intercettato, professore.

V: Non deve esistere, non devi sorprenderti se qualcuno…

R: Ma se non scatta la sanzione reputazionale, capisce?

V: Ma più tu opprimi e sopprimi, non risolvi…

R: Bisogna seminare per il futuro?

V: Bravo!

R: E intanto ci teniamo i Mario Chiesa?

V: Ma non è quello! Non pensare che tu risolvi i problemi, rimetti il Paese in linea con le intercettazioni… Sei un illuso!

R: No, è uno degli strumenti…

V: E’ una goccia nel mare… Prenderai i tre della Santa Rita…

A questo punto il dialogo si chiude per volontà di Franco Mirabelli, un dirigente milanese del Partito Democratico, il quale chiede dapprima alla Digos e poi a uno dei presenti di sottrarre il senatore Veronesi alla nostra telecamera.

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