mercoledì 11 giugno 2008

Perchè scandalizzarci per così poco?

Scritto da Stefano Montanari
martedì 10 giugno 2008
La clinica degli orrori!

Di tanto in tanto, con grande quanto fugace clamore, balzano all’attenzione mediatica casi come quello di cui strombazzano oggi TV, radio e giornali: esiste una clinica privata in cui si praticano a spese pubbliche interventi chirurgici del tutto inutili, spesso invalidanti per il paziente, a volte mortali.

E con ciò?

Chi frequenta l’ambiente sa benissimo che, magari in maniera un po’ meno rozza, queste cose sono del tutto abituali e prendono le forme più disparate.

Parafrasando Oscar Wilde, noi sappiamo fare a meno di tutto tranne che del superfluo, e che cosa c’è di meno superfluo della salute? Così la società che ci siamo costruiti intorno non solo fa a meno della salute, ma nella salute mancante ha individuato un business di dimensioni planetarie.

La prevenzione primaria, quella che c’impedisce di ammalarci, è del tutto bandita e, anzi, è vista come il nemico numero uno dall’industria del farmaco e da tutto ciò che a questa ruota attorno, mazzette milionarie del tutto comprese. Ecco allora che, tanto per restare a casa nostra, si sceglie un oncologo che abbia il fisico teatrale adatto e l’anima sufficientemente attrezzata e gli si fa dichiarare urbi et orbi che gl’inceneritori (“termovalorizzatori” nella dizione di chi ci sta tirando il pacco) sono perfettamente innocui per la salute; si prende qualche professore universitario che non si vergogni di apparire più ignorante di un ripetente recidivo del liceo e gli si fa dichiarare che le leggi elementari della fisica non valgono più; si fa capire ai giornalisti che, tenendo famiglia, è fortemente consigliabile che facciano da grancassa a queste che in altri contesti sarebbero

idiozie di cui non vale la pena fare menzione e tacitino le voci contrarie. In questo modo si è deposto un seme quanto mai fecondo per far germogliare ciò che si desiderava: la malattia.

Ma, nel frattempo, tanto per non lasciare nemmeno una briciola, si convince con ogni mezzo la gente che deve sottoporsi a controlli sanitari (costosi) spesso ripetuti per scovare i segni di quello che potrebbe annunciare una malattia. Si vedano come esempio il numero di angiografie senza esito eseguite in Italia o gli “esami del sangue” di routine. E se la malattia non c’è, la s’inventa. Dunque, via con le vaccinazioni e via con pillole, fiale e quant’altro per non ammalarsi di qualcosa, e altre pillole, fiale e quant’altro per non ammalarsi delle malattie che le prime pillole, fiale e quant’altro potrebbero innescare.

E poi ci sono le terapie croniche, una vera e propria forma pensionistica per chi dalle medicine trae di che campare. Si prendano ad esempio, uno fra i tanti, gli anticoagulanti orali, nella gran parte dei casi null’altro che topicidi (non sto affatto scherzando) prescritti senza alcun razionale come si fa, e lo dico per gli addetti ai lavori, quando il paziente è portatore di filtro cavale perché intollerante proprio a quei farmaci o perché quei farmaci sono comunque controindicati.

Non è finita: lo sfruttamento della salute a fini di lucro non si ferma affatto qui. In articulo mortis il nostro ex presidente del consiglio Romano Prodi ha deciso, all’eroico scopo di salvare il business degl’inceneritori campani dando una mano a chi riponeva tante speranze sulle centinaia di milioni di Euro che ne sarebbero scaturiti subito e le altre centinaia che sarebbero arrivate con gli anni, di permettere, in spregio a scienza, leggi e buon senso, la combustione delle cosiddette ecoballe, a loro volta allestite in maniera su cui misteriosamente la magistratura non interviene.

E i vari sindaci, presidenti di provincia e governatori regionali che, a seconda del caso, promuovono a pieni voti inceneritori, centrali cosiddette a biomasse, centrali a turbogas e mostri del genere infischiandosi bellamente del loro impatto sulla salute denunciato con chiarezza dagli Ordini dei Medici italiani e non?

E i buchi nelle montagne amiantifere in Val di Susa che tanto piacciono a Di Pietro e ai Verdi oltre che a chi oggi “governa” (scusate le virgolette)? Non è bastata la strage provocata dall’uso sconsiderato dell’amianto, un uso del tutto legale fino al 1993 quando non è stato più possibile nemmeno ai politici tenere ancora nascosto ciò che la medicina sapeva da decenni?

Continuando, resta tutto da spiegare l’atteggiamento delle varie ARPA regionali, sempre pronte a “tranquillizzare” il popolo bue che non vuole che questo. Non tirerò ancora in ballo lo schifo del famigerato rogo De Longhi di Treviso, ma mi piacerebbe avere spiegazioni circa il “nessun pericolo” del rogo di Saonara, il paese alle porte di Padova in cui è andato a fuoco (ma guarda, a volte, il caso!) un centro in cui si riciclano i rifiuti. Vorrà l’ARPAV, dove la V finale sta per Veneto, spiegare come da un falò di quella portata possa non essersi sprigionata una macedonia di polveri, di diossine, di furani, di idrocarburi policiclici aromatici e di altre porcherie del genere? E se non vorrà l’ARPAV, vorrà prendersene la briga un magistrato che abbia voglia di fare qualcosa di utile per la salute farsescamente garantita dall’articolo 32 della Costituzione?

A questa pur superficialissima disamina, aggiungiamo anche l’atteggiamento dei nostri legislatori che permettono allegramente, ignorandone l’esistenza stessa, la presenza o perfino l’uso deliberato non dichiarato di micro e nanopolveri nei farmaci, soprattutto nei vaccini, e negli alimenti.

E potrei continuare.

Insomma, arrivati qui, ciò di cui si accusa la Clinica Santa Rita di Milano prende l’aspetto di una marachella combinata da un gruppetto di educande un po’ annoiate.

E se ci svegliassimo tutti, se non per noi per i nostri figli?

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