ANSA) - MILANO, 5 LUG - Basta passeggiare per una settimana in una citta' inquinata, e lo smog puo' cambiare il Dna di una persona fino a favorire la trombosi. Coaguli di sangue che nei casi piu' pericolosi portano a ictus o infarti. 'Gli effetti dell'inquinamento atmosferico non si fermano all'apparato respiratorio - spiega Andrea Baccarelli, responsabile del Centro di epidemiologia molecolare del Policlinico di Milano - ma coinvolgono molti altri distretti dell'organismo, tra cui il sistema cardiocircolatorio'
Questa non è una novità come ci spiega il Dott. Stefano Montanari in questa pubblicazione del settembre 2007
da: Stefano Montanari - L'insidia delle polveri sottili e delle nanoparticelle. Ed. MACRO Edizioni pag. 16/17 Sett. 2007
"Abbiamo visto poco fa come il particolato sia in grado di passare dai polmoni al sangue, ed è già nel sangue che riesce a fare qualche guaio.
Il sangue contiene una proteina solubile chiamata fibrinogeno e questa ha la capacità di mutare la propria natura chimica polimerizzando e solidificandosi quando venga in qualche modo “disturbata”, per esempio dalla presenza di un corpo estraneo. Se è vero che il fenomeno avviene in ogni soggetto, è altrettanto vero che, di norma, questa formazione viene contrastata dai sistemi biologici che tengono in equilibrio l’organismo, ma in soggetti particolari ,tutt’altro che delle rarità, l’equilibrio non viene recuperato. La forma solida di questa proteina, chiamata fibrina, è lo scheletro su cui si forma il trombo, una massa più o meno solida costituita, oltre che da un reticolo di fibrina, da piastrine, globuli rossi e globuli bianchi. In particolari condizioni particelle presenti nel sangue possono innescare la reazione. Come si è detto all’inizio, inn ambito venoso questo trombo che si è formato nel lume della vena e non è adeso alla parete del vaso migra per entrare nel circolo polmonare, dando luogo a un’ostruzione delle arterie polmonari (si chiamano arterie ma contengono sangue venoso), una condizione detta tromboembolia polmonare e che è una delle cause più frequenti di morte. Quando si è in ambito arterioso il fenomeno descritto può portare all’occlusione delle arterie di calibro più o meno importante nell’organo che diventa il bersaglio occasionale del trombo libero di galleggiare nel sangue e di esserne trasportato. La condizione, che non è necessariamente riferita al cuore si chiama infarto. Questo fenomeno da noi descritto da tempo, compare ora pubblicato da altri autori nella letteratura medica internazionale."
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